La Casa di via Miciano in Giugliano


Le memorie di Antonio Davide sulla Casa di Via Miciano


La Casa di via Miciano, in Giugliano... per decenni o secoli dimora dei Davide, oggi alienata; divenne indispensabile darla via, una generazione fa, ma forse è giusto riportarne il ricordo qui, e farne rivivere gli echi adesso perduti. Sono solo riflessi di un mondo e di un'epoca passata, o meglio solo trascorsa (meno melodrammaticamente...); gli abitanti di un tempo sono tutti o quasi andati, i pochi che rimangono sono sparsi altrove, hanno trovato loro strade e collocazioni diverse, forse pochi ricordano ancora, chissà se con rimpianto o solo una qualche malinconia. L'ultimo vero inquilino forte ed innovatore fu forse mio nonno Francescopaolo Attilio (qui le sue memorie, protette da password); chi lo seguì non poté mantenere e conservare, e le cose della vita portarono in un paio di decenni al dover lasciare ad altri (ed ad altre storie) le mura di famiglia.

Riporto qui le memorie sulla Casa redatte di mio padre Antonio; che volle lasciarci un ricordo vivido e presente del come essa fosse il punto d'incontro e di aggregazione di tante persone della famiglia... Si noti che la denominazione stessa della via cambiò, col tempo; da via Miciano a via Mattia Coppola....

Io, della Casa, conservo un ricordo confuso; da bambino ci si recava per il pranzo di rito del 6 gennaio, giorno della Befana, occasione festosa d'incontro coi tanti cugini (tutti spropositatamente più grandi di me, in quanto figlio dell'ultimo papà della generazione precedente), ed i rispettivi figli (cuginetti, figli dei cugini) miei coetanei o quasi... E le zie già attempate all'epoca... Rammento la successione delle stanze, l'una dentro l'altra come l'architettura dell'epoca richiedeva; ed il freddo dovuto all'assenza del riscaldamento centralizzato (scoperta d'epoche recenti), la stufa bruna nel soggiorno grande a dare qualche conforto.

E la grande cucina, il cui ricordo più vivo è quello legato al Sabato Santo quando, ad un passo dalla Pasqua, si andava a prelevare al seguito di mio padre Antonio la inimitabile magia degli spettacolari casatielli, preparati con sapienza infinita e secolare dalla mitologica Maria, donna che se incontrassi adesso coprirei d'oro per un boccone di quelle sue indimenticabili creazioni. Ne preparava una quantità inimmaginabile, per tutti i membri della famiglia Davide, annessi e connessi; alla nostra famiglia, ne spettavano ben 6: tre piccolini, dotati di sole due uova per noi bambini; due appena più grandi, per mio padre Antonio e per mia madre, con 3 uova; ed uno trionfale, con forse 6 uova, per la famiglia...  Tornavamo a casa, ed in macchina noi bambini non si resisteva al profumo appetisosissimo ed invincibile della fragranza, e si pizzicava qui e lì, bonariamente redarguiti da mio padre che ci invitava ad aver pazienza fino all'arrivo... Dei 6 casatielli, ne sparivano 2 o 3 il Sabato Santo stesso, ma il resto veniva consumato anche 10 giorni dopo (per quanto stantio fosse, in un'epoca estranea al congelatore); e c'era la certezza infantile che l'anno dopo il miracolo si sarebbe ripetuto, e così era e fu finché l'infanzia durò.


                                                                                                                                         

                            Libro di Memorie di Francescopaolo Attilio Davide        Libro di Memorie di Antonio Davide


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